Nascere in aereo, come ci si comporta?

airliner-60586_960_720Non è certamente un evento comune, visto e considerato che si tende a evitare di far volare una donna nella parte finale della gravidanza, ma potrebbe risolvere qualche vostra curiosità sapere che se la nascita di un bimbo avviene mentre si sorvola una nazione che applica il principio dello ius soli, allora il neonato ottiene la cittadinanza di quel Paese.

È questo il caso degli Stati Uniti: chi nasce nel suo spazio aereo diventa cittadino americano. Nei Paesi invece in cui la cittadinanza è regolata dal cosiddetto ius sanguinis, è la nazionalità dei genitori a determinare quella del figlio. Ed è questo il caso dell’Italia: tranne poche eccezioni, un neonato acquisisce la cittadinanza italiana se uno dei due genitori è cittadino italiano.

Dunque, non ci sono particolari misteri nè difficoltà nel comprendere la cittadinanza del neonato. Così come sembra essere destinato a essere un mito la credenza popolare secondo cui chi nasce in aereo voli gratis a vita. Sicuramente, ricordavano più volte i media, questo non è avvenuto a Shona Owen, nata nel 1990 sul volo British Airways BA078 dal Ghana diretto a Londra: gratis per lei solo un volo A/R per l’Australia. Durante un master alla London’s Goldsmiths University, ha poi cercato di capire quanti, come lei, siano nati in quota: secondo una prima stima le risultano almeno 49 persone, lei compresa, nate in volo dal 1929 a oggi.

Insomma, nessuna nascita particolarmente fortunata o mitica, ma solo un pò di cautela e di difficoltà nel comprendere in che perimetro del “cielo” si è nati…

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