Secondo gli ultimi dati pubblicati dalla commissione europea, durante l’anno scolastico 2012-2013, circa 270.000 studenti hanno beneficiato di borse di studio con fondi erogati dall’Unione Europea.
Grazie ai nuovi accordi tra gli stati membri si è deciso di aumentare il finanziamento stanziando 14,7 miliardi di euro per il periodo 2014-2020, Il 40% in più rispetto agli anni precedenti. Questa rivoluzione si chiama Erasmus+ :
E le novità non si fermano qui: per la prima volta non solo Università o Istituti di formazione potranno ricevere questi finanziamenti, ma anche organismi parauniversitari, partenariati dediti a fare da ponte tra le scuole (o centri di formazione) e le aziende di tutta Europa. Inoltre verranno messi a disposizione dei prestiti d’onore per i laureati in mobilità.
“a me l’Erasmus ha cambiato la vita, una di quelle esperienze che se la vivi a fondo fa di te una persona più completa, sicuramente più felice” così commenta Kien, anonima studentessa all’interno del blog “Progetto Erasmus”.
L’Erasmus è un rito di passaggio, un momento chiave in cui si è da soli alla scoperta del mondo: responsabilità, paure e brividi si stagnano nei cuori dei giovani viaggiatori. Alcuni decideranno di non tornare più nel paese d’origine mentre altri saranno delle persone “nuove”: nuovi obiettivi, competenze ed esperienze.
Erasmus+ tenta inoltre di dare un aiuto a quei paesi che hanno un tasso di disoccupazione giovanile superiore al 50% come Spagna, Grecia e Italia, proponendo borse di studio e una formazione internazionale. L’UE si pone l’obiettivo di ridurre il deficit di competenze rendendo così accessibile, ai ragazzi europei, oltre 2 milioni di posti di lavoro non raggiungibili per gap linguistici e formativi.
“L’Erasmus è stato la terza rivoluzione europea dopo quella industriale e la rivoluzione francese” afferma il Ministro Giannini durante la presentazione ufficiale di Erasmus plus che si è tenuta a Firenze ad aprile.
Nel piano strategico italiano l’Erasmus si pone come risorsa rilevante: l’obiettivo del governo è quello di rendere quest’attività un segmento curriculare a tutti gli effetti all’interno dei piani di studi universitari.
Fonte: Packlink