Qualche giorno fa era stato diffuso uno studio australiano nel quale si concludeva che non vi sono delle dimostrazioni certe dell’esistenza di un legame tra il tumore al cervello e l’utilizzo dei telefoni cellulari. Tutto bene, dunque? Non proprio: è ancora più recente la pubblicazione di un altro studio, condotto sui topi, che afferma esattamente l’opposto, ricordando come l’esposizione alle radiofrequenze, tipiche dei nostri cellulari, possa aumentare il rischio di contrarre cancro al cervello nei ratti di sesso maschile.
Lo studio, condotto dal National Toxicoloty Program degli Stati Uniti, afferma nel dettaglio che vi sarebbero degli incrementi (non enormi, ma comunque presenti) che riguardano la comparsa di gliomi, una tipologia di tumore al cervello abbastanza diffuso, e di neurinomi benigni.
L’analisi è stata effettuata su un campione di oltre 2.500 ratti, esposti a diverse quantità di radiofrequenze, all’interno di camere che sono state appositamente realizzate per lo scopo. L’esposizione degli animali è stata effettuata per 18 ore (10 minuti di radiazione, seguiti da 10 minuti di pausa, fino al raggiungimento delle 18 ore), ed ha dedotto – i dati sono ancora preliminari – che le onde Gsm hanno provocato una bassa incidenza, fino al 3,3 per cento, di gliomi cerebrali maligni nei ratti maschi (l’incremento è stato invece inferiore nei ratti femmina).
Ad ogni modo, guai a saltare a conclusioni affrettate. Lo studio è infatti per il momento ancora in una fase preliminare, e solamente il prossimo anno si avranno a disposizione i dati definitivi. Quel che sembra certo, è che ancora una volta si aprono scenari di grande incertezza su un tema che continuerà a far discutere ancora a lungo…