Gli ultimi discorsi dalla Federal Reserve prima del consueto silenzio che precede la riunione del FOMC sono considerati molto rilevanti perché vengono da Brainard (Board) e Lockhart (Atlanta Fed): in particolare, Brainard è all’estremo delle “colombe”, dichiarando frequentemente favorevole a una politica dei tassi un po’ più aggressiva; Lockhart è circa neutrale e potrebbe rappresentare il votante mediano nel Comitato.
A destare attenzione è il fatto che Brainard non parla da molto tempo e una sua apertura per un rialzo sarebbe un segnale molto potente; in caso di valutazione ancora molto incerta sul sentiero dell’inflazione, che rappresentava la sua principale preoccupazione, si confermerebbe la sua posizione tradizionale. È da notare comunque che nell’ultimo mese le aspettative di inflazione di mercato hanno svoltato e hanno un deciso trend verso l’alto.
Lockhart a fine agosto aveva invece detto che era pronto a parlare di un rialzo a settembre e sarà importante vedere se manterrà una valutazione invariata dopo i dati dell’ISM – deludenti, come Lacker, Williams e Rosengren.
Infine, si tenga conto che dopo i discorsi che sono in programma per la giornata di oggi, ci saranno ancora alcuni dati di rilievo prima della riunione del FOMC: vendite al dettaglio, indagini di settore regionali e CPI. Da quanto sopra emerge che le possibilità per un potenziale rialzo dei tassi a settembre sono piuttosto poche, ma che il contesto è comunque ancora molto incerto. Dunque, difficile prevedere il da farsi: è più probabile che la decisione di rialzare i tassi verrà rinviata a data futura, ma se i dati macro dei prossimi giorni saranno pienamente convincenti, l’ago della bilancia potrebbe variare…