In scia al risultato delle elezioni presidenziali statunitensi, conclusesi con la nota sorpresa vittoria di Donald Trump sulla candidata democratica Hillary Clinton, si osserva un generalizzato ritorno dell’aversione al rischio che premia il debito core europeo: i flussi in acquisto si concentrano su titoli tedeschi e francesi determinando flessioni dei rendimenti nell’ordine di 2-3 punti base nei primi scambi della mattinata.
Appare, almeno in apertura, piuttosto modesta la reazione dei periferici con i tassi sui Btp in rialzo di circa 3 punti base sulle scadenze medio e lunghe. Scambia così poco mosso in area – 0,03 per cento il bond sulla scadenza a 2 anni mentre sale in area 1,75 per cento il decennale. Piuttosto ampio risulta dunque il movimento dello spread Btp-Bund che, proprio sulla scadenza decennale, in allargamento di 6 punti base a quota 160 punti base, e allontanandosi in maniera drastica dal macro range nel quale era caduto per diverso tempo.
Sul fronte del mercato primario sarà attiva oggi la Germania con l’offerta di 5 miliardi di euro del nuovo Schatz cedola zero. Anche l’Italia si prepara al turno di aste di inizio mese annunciando che nel collocamento di venerdì metterà sul piatto un importo variabile tra 5,25 e 7,25 miliardi di euro di bond divisi tra il Btp a 3 anni ottobre 2019, il titolo a sette anni ottobre 2023 e il trentennale marzo 2024. A questi si aggiungerà anche il bond
settembre 2040 con durata residua di 24 anni.
Vedremo ora, nei prossimi giorni, se lo shock potrà riassorbirsi in tempi ragionevoli, o se ci accompagnerà per tutto il mese di novembre, e oltre.