Nuovi e positivi dati sembrano arrivare, in termini aggregati, dall’area euro. Di fatti, contrariamente a quelle che erano le attese per una stabilizzazione del dato statistico, l’indice di fiducia economica che viene periodicamente elaborato dalla Commissione Europea (ESI) è risultato essere ulteriormente migliorato nel corso del mese di giugno a quota 111,1 punti contro il dato precedente, pari a 109,2 punti, per un livello che – dando uno sguardo alla serie storica – risulta essere il massimo da quasi 10 anni a questa parte.
Più nel dettaglio, l’indice di fiducia economica calcolato dalla Commissione Europea è salito di 6,3 punti dalla fine della scorsa estate ad oggi, e nel secondo trimestre di quest’anno si è aggirato in media a 110 punti contro 108 punti, indicando un’accelerazione della crescita del PIL rispetto al primo trimestre (+0,6 per cento t/t).
Ad ogni modo, gli analisti sembrano essere discretamente prudenti circa l’evoluzione di tale dato, conservando una previsione di crescita di 0,6 per cento t/t, giustificata dal fatto che la dinamica trimestrale potrebbe essere penalizzata da effetti di calendario: il mese di aprile ha avuto meno giorni lavorativi rispetto a marzo e rispetto allo scorso anno.
Infine, come peraltro la stessa Commissione ha avuto modo di stimare, agli stessi livelli di ESI e di altre indagini sulla fiducia sono associati tassi di crescita del PIL più deboli rispetto al periodo pre-2008, a causa delle rotture strutturali delle serie a seguito della grande recessione. La disaggregazione per settore mostra comunque un miglioramento di morale economico che risulta essere diffuso in tutti i settori.