Buone notizie dai dati macro europei e, in particolar modo, per i dati francesi, che hanno condizionato l’ultima parte della scorsa settimana del calendario macroeconomico, invero non particolarmente ricco di novità.
Stando a quanto è emerso dalle pubblicazioni ufficiali, infatti, l’indice di fiducia INSEE presso le imprese manifatturiere è ulteriormente salito nel corso del novembre, giungendo su livelli che sono in linea con le stime di consenso da parte dei principali analisti, a 112 punti da 111 punti ed è ora ai massimi da dieci anni a questa parte.
La valutazione sull’attività corrente sale ancora, con il sotto-indice che balza a 23 punti da 16 punti, così come aumentano le scorte di magazzino e ritorna a salire anche il libro ordini dopo la pausa di ottobre (ma di contro sono calati gli ordini esteri) mentre le prospettive di produzione rimangono circa stabili secondo il campione intervistato.
Complessivamente, l’impressione che ne emerge è che il manifatturiero francese sia in una piena fase espansiva, con la media dell’indice per il trimestre in corso a 112 punti contro i 110 punti del precedente trimestre; secondo le indagini mensili dell’INSEE, anche i servizi fanno registrare un periodo molto positivo con l’indice di settore a 109 punti, ai massimi dal 2011 ma non ancora sui livelli pre-crisi.
In ambito europeo, a preoccupare è ora soprattutto l’incertezza politica tedesca, con il segretario di SPD Schulz che ha incontrato il presidente della repubblica Steinmeier. Per il momento sembra poco probabile che Schulz accetti di riconsiderare l’ipotesi di una nuova coalizione, a meno di concessioni da parte dei cristiano-democratici su posizioni chiave di governo e sul programma.