Il settore del B2b sta subendo un forte cambiamento da quando è nato il web, le abitudini dei rivenditori sono cambiate, tendono sempre di meno ad avere un contatto “ravvicinato” con il grossista e cercano sempre soluzioni più smart e rapide che consentano loro di avere un approccio più immediato, tipo come le App oppure portali web.
Per i grossisti il cambio di strategia è obbligatorio, le presenze dei rivenditori che girano nei depositi con i carrelli sono quasi calate completamente, ormai esistono solo i magazzinieri che preparano pacchi da far partire, esistono le schede anagrafiche con foto dei prodotti in alta risoluzione e descrizione dei dettagli, il mercato si è trasformato anzi si è innovato.
Mentre nel resto del Mondo le opportunità del web sono state e vengono colte dai grossisti che investono costantemente in infrastrutture tecnologiche ed innovazione, nel nostro paese lo scenario non è dei migliori, ovvero il ritardo nella cultura del web non ha fatto scattare quella presa di coscienza che ancora tutt’oggi manca nelle aziende.
Secondo studi di settore solo il 25% delle aziende del B2b ha una piattaforma online aggiornata ed attrezzata per la rivendita dei prodotti, la maggior parte degli intervistati ha dichiarato che ci sono problemi di anagrafica e che ci vorrebbero troppi investimenti e tempo per aggiornare il sistema, un errore dal punto di vista economico gestionale che con il passare del tempo sarà sempre più marcato.
Nei Paesi anglosassoni e negli stati uniti i fornitori B2b utilizzano anche una strategia poco diffusa in Italia, ovvero il dropshipping abbigliamento, con questa tecnica ideata esclusivamente per i rivenditori di ecommerce è possibile fornire al seller un catalogo in formato digitale da caricare sul sito e vendere senza fare giacenze, è cura del grossista preparare le spedizioni e far partire la merce.
Questa è solo una delle tante tecniche che si possono applicare al servizio di B2b e che invece vengono ignorate dal mercato Italiano, occasioni ed opportunità che fanno arretrare la nostra economia a discapito di paesi emergenti e potenze consolidate.