Il reflusso acido è una condizione piuttosto diffusa tra gli italiani, che spesso determina malesseri e difficoltà di riposare. Ma come è diagnosticata?
In primo luogo, il medico cercherà di valutare dettagliatamente la condizione della presenza di questo disturbo nella propria famiglia. È importante la storia dell’assunzione di alcuni farmaci (come gli antidolorifici) o di altre condizioni che possono aumentare il rischio di reflusso acido come il fumo e l’alcolismo.
Si noti come alcuni fattori possono aggravare la condizione, tra cui il fatto di essere sdraiati, l’assunzione di cibi piccanti o grassi, ecc. I fattori che alleviano la condizione come l’assunzione di cibo o acqua sono spesso ricorrenti.
Si passa dunque all’esame fisico. L’esame fisico cerca caratteristiche come l’anemia, la perdita di peso e la malnutrizione dovuta alla difficoltà di deglutizione. Il reflusso di acido può anche provocare complicazioni polmonari come ascesso polmonare, polmonite e fibrosi polmonare interstiziale.
Quindi, si tende a escludere altre condizioni più gravi. Il bruciore di stomaco può infatti potenzialmente essere causato da infarti, lesioni alle costole, esofagiti dovuti a corrosivi ingeriti o farmaci come i FANS, ulcera peptica, infezioni in pazienti sieropositivi e altri pazienti immunodepressi a causa di herpes, candida, citomegalovirus ecc.
L’endoscopia è il passo successivo. In questo uno strumento chiamato endoscopio esamina l’interno dell’esofago. Si tratta di un piccolo tubicino flessibile lungo e sottile con una telecamera sulla punta. La telecamera invia le immagini dell’area esaminata al monitor esterno. L’endoscopio viene inserito nella bocca e passato nell’esofago. L’endoscopio controlla l’interno dell’esofago per verificare la presenza di possibili irritazioni e infiammazioni causate dall’acido reflusso.
Il reflusso acido può essere diagnosticato anche con la manometria. La manometria è suggerita se l’endoscopia non trova alcuna prova di danni all’esofago. Questo test valuta la resistenza dello sfintere esofageo inferiore, misurando i livelli di pressione all’interno del muscolo sfintere.
Un piccolo tubo viene passato nell’esofago: contiene una serie di sensori di pressione che sono collegati ad un computer esterno. Al paziente viene quindi somministrato del cibo e delle bevande da inghiottire e la pressione viene dunque registrata.