Continuano a crescere, per il secondo anno consecutivo – e a parziale dispetto della crisi economica – i dati sulla raccolta dei rifiuti elettrici ed elettronici (Raee). Sebbene negli ultimi anni le difficoltà dell’economia abbiano inciso sui consumi e, quindi, sui numeri di raccolta di tali prodotti, nel 2015 la raccolta dei Raee gestita dai Sistemi collettivi (i consorzi che raggruppano le imprese che si occupano della raccolta, del trasporto, del riciclo e recupero dei tecnorifiuti) ha fatto registrare un aumento dell’8 per cento.
Positivi anche i dati sui Centri di conferimento attivi sul territorio nazionale, che crescono di oltre 2 punti percentuali arrivando a quota 3.906 unità, con un miglioramento, dunque, del servizio per i cittadini che intendono smaltire correttamente i propri Raee.
Se si osserva la sola tipologia di prodotti gestiti, si scopre inoltre che il settore il cui la raccolta è andata meglio è stato quello del freddo e clima, e che invece ha registrare l’unico segno meno quello delle Tv e dei monitor. Spostandoci ad un’analisi territoriale, si scopre inoltre che tutte le regioni hanno incassato numeri positivi e che per la prima volta, hanno fatto bene anche al Sud e nelle Isole, dove l’aumento complessivo della raccolta è stato dell’11,84 per cento.
“I dati di quest’anno possono indurre tutti ad un certo ottimismo” – ha commentato Fabrizio D’Amico, presidente del Centro di coordinamento Raee, che ha anche ricordato, sulle pagine del quotidiano Italia Oggi, che “entro la fine del 2016, l’Italia dovrà raccogliere 45 tonnellate di rifiuti elettronici per ogni 100 tonnellate che i produttori immetteranno sul mercato. Purtroppo il nostro paese non sembra ancora pronto a raggiungere questo obiettivo, se guardiamo il tasso di raccolta complessivo del Sistema Raee italiano fermo ad appena 30 tonnellate di recupero su 100 di immesso. Per evitare le sanzioni che potrebbero arrivare dalla Commissione europea se non raggiungessimo gli obiettivi imposti”.