Migliorano le prospettive macroeconomiche per l’area euro, dove è gradita la sorpresa sui dati di produzione industriale e di PMI. Anche in virtù di ciò, ricordiamo come la BCE abbia aggiornato il proprio scenario sugli sviluppi economici della zona, prendendo atto delle sorprese positive dei dati negli ultimi mesi e incorporando così delle diffuse revisioni al rialzo sia per l’anno appena concluso – per il quale si attendono i dati consuntivi – sia per l’anno in corso, che per il prossimo.
Più nel dettaglio, la stima sul PIL per l’anno 2017 è passata a 2,4% da 2,2%, mentre per i due anni successivi vede una maggiorazione rispettivamente di ben cinque decimi (per il 2018 ora la previsione è del 2,3%) e due decimi (per il 2019 ora la previsione è dell’1,9%. Infine, la prima stima per il 2020 indica ancora un tasso di crescita superiore al potenziale, confermando dunque una buona tenuta delle prospettive economiche per l’area interessata.
La valutazione dei rischi rimane comunque bilanciata anche se tra quelli al ribasso, oltre alle condizioni internazionali, viene ancora una volta citata la forza della valuta unica europea. Appare invece essere decisamente più modesta la revisione al rialzo per il profilo d’inflazione, con l’indice headline sostenuto dall’incremento dei prezzi del petrolio e dei beni alimentari.
In tal senso, la Banca ha confermato all’1,5% il CPI nel 2017, mentre per il prossimo biennio l’unica maggiorazione riguarda il 2018 e conferma un rallentamento rispetto ai tassi attuali. La prima indicazione per il 2020 incorpora invece una riaccelerazione a 1,7%, con un dato previsionale che è più vicino ma non ancora in linea con il target (2%). Sono invece negativi gli aggiustamenti per il CPI core che sconta la dinamica debole dei prezzi sottostanti.