Gli ultimi dati forniti dall’Istat sull’inflazione italiana hanno sorpreso ancora una volta verso il basso nel corso del mese di novembre. L’indice dei prezzi è infatti calato di due decimi di punto sia secondo l’indice nazionale che in base a quello armonizzato, e su base annua, l’inflazione è scesa a sorpresa di un decimo allo 0,9% sul NIC ed è rimasta stabile all’1,1% sull’IPCA. Il dato è risultato ancora una volta inferiore alle aspettative di consenso, che vedevano una stabilità dei prezzi su base congiunturale e un aumento tendenziale dell’inflazione.
Stando a quanto precisano gli analisti, la flessione di due decimi di punto dei prezzi sul NIC sarebbe dovuto interamente alla flessione, in gran parte di natura stagionale, dei listini di servizi ricettivi e ristorazione (-1,8% m/m). Gli altri capitoli di spesa che hanno registrato un calo dei prezzi sono invece stati quelli delle spese per cultura e tempo libero, trasporti e comunicazioni. La diminuzione dei prezzi nei trasporti sembra essere dovuta al ribasso dei servizi di trasporto aereo e marittimo, condizionata da fattori stagionali.
Di contro, gli unici comparti che registrano un aumento dei listini sono alimentare (+0,3% m/m, quarto aumento congiunturale consecutivo, per via dei rincari della frutta fresca mentre sono rientrati gli aumenti dei vegetali freschi), spese per la casa, abbigliamento e calzature. L’inflazione di fondo è calata per il secondo mese, a 0,4% da 0,5% su base annua (i prezzi core sono calati di ben quattro decimi per il secondo mese di fila).