Quando si ha a che fare con il mondo dei prestiti può capitare di imbattersi nella cosiddetta delega di pagamento. Si tratta di un prestito nell’ambito del quale il rimborso avviene tramite la cessione di una parte dello stipendio, il cui tetto massimo viene generalmente fissato nella misura del 50%. E’ sostanzialmente molto simile alla cessione del quinto che invece, relativamente al suo caso, prevede un limite massimo di rimborso nella misura del 20% della busta paga: al contrario di una normale cessione del quinto però, la delega di pagamento permette di impegnare un ulteriore quinto della propria busta paga mensile arrivando appunto a quota 40%.
Il prestito con una delega di pagamento può essere richiesto da tutti i dipendenti pubblici e privati, ma al contrario di quanto avviene in una cessione del quinto (nel cui caso non v’è bisogno di autorizzazione da parte del datore di lavoro), questa tipologia di prestito non può considerarsi valida se non viene autorizzata dall’azienda privata o dall’amministrazione statale per la quale si lavora. Infatti, un prestito con delega di pagamento viene generalmente approvato solo a fronte di una certa anzianità lavorativa e a fronte di un determinato TFR accantonato.
Se analizziamo la questione costi ci accorgiamo come questo tipo di prestito sia precursore di spese un po’ più elevate rispetto a quelle che troveremmo in una tradizionale cessione del quinto. E’ anche vero però, che un prestito con delega di pagamento permette al lavoratore di ottenere a credito delle somme di denaro ben più elevate in confronto a quelle che si potrebbero ricavare con una cessione del quinto quale metodo di rimborso.
Per richiedere un prestito con delegazione di pagamento occorre presentare all’ente preposto i propri dati anagrafici, un documento di identità in corso di validità, il codice fiscale e l’ultima busta paga ricevuta.