Stando a quanto affermano gli ultimi dati diffusi nel rapporto del Diabetes Atlas dell’International Diabetes Federation (IDF), la malattia sarebbe sempre più diffusa nel nostro Paese, tanto che gli italiani che soffrono di diabete rappresentano oggi circa l’8 per cento dell’intera popolazione adulta, favorendo un numero di morti pari a 73 morti al giorno nel nostro Paese e a quasi 750 in Europa.
In tal proposito, gli esperti ricordano come il diabete influisca notevolmente sulla qualità e sull’aspettativa di vita, e che questa patologia è frequentemente correlata agli stili di vita, tanto che tra i pazienti obesi è al 15,1 per cento, mentre è solo al 3,6 per cento tra i soggetti non obesi.
Non solo: sulla base di alcune rilevazioni Istat, è stato tracciato una sorta di identikit social dei soggetti affetti da questa patologia. Il report evidenzia in tal sostanza come la patologia sia maggiormente diffusa tra chi presenta un basso titolo di studio, e che un laureato ha un rischio di diventare diabetico tre volte più basso rispetto a chi ha solo la licenza elementare. Lo svantaggio è ancora più significativo per le donne meno istruite, con un gap che si evidenzierebbe soprattutto a partire dai 45 anni: tra i 45 e i 64 anni infatti la prevalenza del diabete è del 2,9 per cento tra i laureati, del 4 per cento tra chi ha il diploma e del 9,8 per cento tra chi invece ha come titolo di studio la sola licenza elementare.
Ricordiamo infine che alla base dell’insorgenza del diabete vi sarebbero sia fattori ereditari che ambientali e che tra questi ultimi ha molta importanza lo stress e la vita sedentaria. Tra i principali sintomi del tipo 2, il frequente bisogno di urinare nelle ore notturne, stanchezza, perdita di peso, sete inusuale, vista offuscata.