Si può dire di essere fotografo senza essere riusciti a cogliere l’essenza di una città come Napoli? No, almeno secondo Mario Gennaro: il fotografo americano per anni ha inseguito la città partenopea. Il folclore dei panni stesi nei vicoli, la cartolina del Golfo, il sorriso degli ‘scugnizzi’ intenti a giocare a pallone per le strade hanno sempre rappresentato per lui una missione: cancellare la retorica che accompagna Napoli per far conosce al mondo il vero valore della città. Un inseguimento vano fino a tre anni fa, quando ha finalmente deciso di soddisfare il proprio desiderio e volare alle pendici del Vesuvio: un viaggio di tre giorni alla scoperta del cuore di Napoli, di una città dalle mille contraddizioni, capace di suscitare sentimenti di amore e odio nello stesso istante. Proprio la bipolarità della città è quella che Mario Gennaro ha cercato di inquadrare con la sua macchina fotografica: uscire dai luoghi comuni, andare alla ricerca del ‘diverso’, del sentimento della città ancora non immortalato da chi ha raccontato in scatti Napoli.
Il suo viaggio è partito dal ventre di Napoli, dalla parte più antica e nascosta della città: Napoli Sotterranea. Un luogo che racchiude millenni di storia ma anche una sfida per un fotografo per le difficili condizioni di luce in cui si svolge la visita alle cave. Gennaro ha voluto raccogliere in pieno questa sfida e così ha iniziato a immortalare le grotte tufacee che nel corso dei secoli hanno rivestito diversi ruoli: da scavi per costruire case o acquedotto per la città, a rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale. La storia della Napoli di sopra prosegue quasi di pari passo con la Napoli di sotto e Mario Gennaro ha voluto immortalare il percorso messo in evidenza dal sottosuolo della città con una sequenza di scatti che rimettono in scena l’evolversi della città. Sul blog di Mario Gennaro potete trovare alcuni scatti inediti del fotografo.
Ma Napoli non è solo sotterranea: elemento indiscutibilmente centrale della città è il mare. Mare come fonte di reddito, mare come attrazione turistica o ancora come simbolo: proprio il mare ha dato il pretesto a Mario Gennaro per ‘sbarcare’ in città. Lo ha fatto, infatti, in occasione della prima tappa delle World Series dell’America’s Cup che si è tenuta in città nel 2012: un evento che è servito a Napoli per riprendersi la scena internazionale e cancellare l’immagine di sé che aveva fatto il giro del mondo nel clou della crisi dei rifiuti. Così dopo la Napoli Sotterranea, Gennaro è risalito a livello del mare durante i giorni delle regate: folla in festa, colori, calore, un’atmosfera di riscatto e gioia che il fotografo statunitense ha voluto racchiudere nella propria arte. Un’esperienza senza alcun dubbio positiva che ha di fatto creato un legame tra Gennaro e Napoli che perdura tutt’ora: proprio per sancire tale vincolo e l’ammirazione per la città, Gennaro ha messo in piedi una mostra interamente dedicata alla sua esperienza partenopea. Un’esposizione che ha fatto tappa anche a Napoli, riscuotendo un successo difficilmente preventivabile in anticipo: qui la gente del posto si è sentita rappresentata alla perfezione dalle immagini realizzate dall’artista statunitense. Niente spazio per l’oleografia spicciola, ma soltanto per le emozioni, quelle che hanno reso celebre Napoli e che hanno caratterizzato tutta la carriera del fotografo made in Usa. La perfetta unione tra Napoli e Gennaro, il dipinto della città che fuoriesce dall’opera dell’artista americano è il miglior biglietto da visita per una Napoli che vuole riprendersi la corona di Regina, ma anche la conferma che Mario Gennaro andava cercando: ora che è riuscito a raccontare Napoli, può dire di essere un fotografo.