Non bastavano i recenti (ed ulteriori) aumenti sulla bolletta elettrica che dallo scorso 1 ottobre hanno subito un incremento dell’1.7%, né evidentemente erano sufficienti gli incrementi delle tariffe del gas ora più salate del 5.4% così come dell’acqua lievitate del 4% circa. No, perchè ed ereditare la moda degli aumenti ci si mettono anche le Poste Italiane: a partire dal 1 dicembre 2014, espletare varie pratiche presso gli uffici postali del Belpaese costerà di più.
Qualche esempio? La posta prioritaria salta da 70 a 80 centesimi mentre la raccomandata costa ora ben 4€ anziché 3.60€. Ma anche la spedizione dei pacchi non è affatto stata esentata da questa reiterata politica di rincari, tant’è che spedire un pacco ordinario superiore ai 10 Kg costa ora ben 12€, mentre ulteriori sovrapprezzi sono attesi per le spedizioni internazionali in funzione della destinazione scelta.
La denuncia mossa da Adusbef e Federconsumatori, evidentemente, sembra non esser servita più di tanto. Poste Italiane, infatti, aveva in cantiere gli aumenti di prezzo già dalle prime settimane del 2014 ma per una serie di ragioni ha pensato fosse opportuno rinviare il tutto a fine anno. La società giustifica questi aumenti asserendo che non pregiudicherebbero in alcun modo la capacità di spesa delle famiglie, mentre le associazioni dei consumatori continuano a dar lotta affermando che aumenti di questo genere dovrebbero ritenersi ingiustificati a prescindere soprattutto considerando un’efficienza aziendale pressochè inesistente (come del resto accade in molte altre società a partecipazione statale).
Insomma, anche in periodo di piena crisi economica la risposta da parte degli enti pubblici (o simil tali) continua a vertere su due capisaldi: inefficienza, spreco e aumento dei prezzi.
In ogni caso, per avere maggiori informazioni circa questa novità interna a Poste Italiane, gli utenti possono fare riferimento al numero verde reperibile sul sito ufficiale o tramite servizi online di ricerca numeri (vedi esempio).