Quale tipo di spaghetto si avvicina di più al tipo italiano? Ormai, in commercio siamo tempestati con prodotti orientali ritenuti più genuini e sani, rispetto ai nostri. Ma sarà proprio così? Ecco una veloce carrellata degli spaghetti più acquistati in questi ultimi tempi.
Lo spaghetto considerato più leggero, sano e buono da mangiare è il cosiddetto shirataki di konjac. Quest’ultima è una radice simile alla barbabietola, e viene coltivata principalmente in Giappone ed Indonesia.. La loro caratteristica principale è proprio quella di essere spaghetti leggeri, ma dall’alto potere nutrizionale.
I noodles di frumento, invece, sono molto simili agli spaghetti italiani, anche dal punto di vista nutrizionale. Per prepararli, poi, ci vuole proprio poco: in acqua bollente, pochi minuti di cottura, e una veloce risciacquata in acqua fredda. Il pasto, così, può essere servito!
Un discorso a parte, poi, può essere fatto per i vermicelli di soia: vengono consumati principalmente in Thailandia e in Giappone, e molto spesso vengono confusi con gli spaghetti di riso. Stiamo, in realtà, parlando di due prodotti differenti, dato che i vermicelli di soia sono molto simili alla pasta di grano duro.
Infine, parliamo degli spaghetti di riso: possono essere consumati anche da chi soffre di celiachia, e sono disponibili nella versione classica oppure integrale. Tuttavia, in commercio troviamo tanti altri dipi di pasta made in Italy. Non c’è, infatti, bisogno di andare troppo lontano per assaporare un piatto di spaghetti di mais (ha pochi grassi ed è senza glutine), di segale (ha un gusto intenso, e un buon contenuto proteico), oppure di farro (ricco di proteine) o avena (molto energetici).
Insomma, gli spaghetti migliori saranno, a livello nutrizionale, quelli orientali, ma anche l’Italia ha prodotti sani, genuini e soprattutto disponibili a prezzi accessibili.