Brutte notizie per i clienti Sky. La società di Murdoch ha infatti deciso di passare alla tariffazione ogni 4 settimane, anzichè una volta al mese, seguendo così il modello di tanti altri operatori (soprattutto nel settore telefonico). Anticipare la tariffazione ogni 4 settimane ha infatti l’inconfondibile vantaggio (almeno, per l’azienda che eroga il servizio) di portare a 13 (e non più a 12) il numero delle tariffazioni.
Dunque, un buon cambiamento per Sky, e una notizia negativa per i suoi utenti, che possono per lo meno consolarsi con il fatto che la compagnia ha dichiarato che i canoni non aumenteranno. Aumentare però la frequenza di tariffazione determinerà un incremento dell’8,6% nel costo del servizio per tutti i clienti, eccezion fatta per quelli che stanno utilizzando le tariffe promozionali.
Sky ha altresì specificato che, trattandosi di un cambiamento unilaterale non negoziato, i clienti avranno il diritto di esercitare il recesso senza costi aggiuntivi e senza penali entro il 30 settembre. Per poterlo fare sarà sufficiente inviare una raccomandata all’azienda. Per l’occasione, Sky ha dichiarato di aver reso più facili da consultare i documenti relativi alle condizioni di abbonamento, creando una specifica pagina apposita.
Ma sarà sufficiente a placare i malumori degli utenti Sky? Probabilmente no, visto e considerato che sul web si è già sollevata una ondata di insoddisfazione nei confronti di una decisione unilaterale che improvvisamente aumenta di quasi il 9% il costo di tutti i servizi. E voi che ne pensate? Ritenete che si tratti di un aumento esagerato, o il costo del canone vale realmente l’efficacia e l’ampiezza del palinsesto e dei servizi che vengono offerti dall’operatore?