Ebola: ecco cosa c’è da sapere

In queste ultime settimane c’è una notizia che rimbalza sempre più spesso: stiamo parlando dell’ebola. Questa malattia ha creato panico, generando allarmismi (purtroppo) eccessivi ed immotivati (in alcuni casi). Già, perchè da quanto il focolaio di ebola si è allargato, la situazione sembra essere degenerata. Ma ripercorriamo la storia di questa malattia, cercando di capire se siamo effettivamente a rischio.

L’ebola è un virus che causa principalmente febbre emorragica: questo virus è stato scoperto nel 1976 a Nzara, in Sud Sudan, e a Yambuku, nella Repubblica Democratica del Congo. Il suo nome deriva dal fiume che attraversa il villaggio dove fu registrato l’ultimo caso di quell’anno: Ebola, per l’appunto. Da allora in Africa si sono verificate periodicamente piccole epidemie.

Tuttavia, da dicembre 2013 è in atto un’epidemia che interessa alcuni Paesi dell’Africa Occidentale che, questa volta, ha allargato il suo raggio di azione: secondo le recenti statistiche da quando l’epidemia è iniziata (parliamo di dicembre 2013) ad oggi (ottobre 2014), i casi accertati di Ebola sono 8.011, tra i quali sono stati riscontrati 3.877 decessi. Tra questi spoicca quello di un americano (morto a settembre 2014), e quello di una donna spagnola.

Ma come si contrae questo virus? E, soprattutto, esiste una cura specifica? Il virus dell’ebola si trasmette solo attraverso lo stretto contatto con i liquidi biologici di una persona infetta: parliamo, quindi, di sangue, sudore, urine, feci, sperma,… Il contagio, però, non avviene come una banale influenza (ovvero stando vicine a persone infette), né tanto meno per via aerea: il contagio avviene se si toccano i fluidi biologici infetti delle persone colpite, le quali possono essere avvicinate solo dopo aver indossato i dispositivi di protezione cioè guanti, mascherine, tute,… .

I sintomi che contraddistinguono l’ebola sono malessere generale, febbre, astenia. Nei casi peggiori si arriva alla comparsa di vomito, diarrea, rash cutaneo ed emorragie.

Il motivo per cui l’ebola si è diffusa così rapidamente è semplice: in Africa, dove c’è stato il picco dei decessi, le persone si aiutano senza indossare nessun tipo di protezione, e il contagio è molto facile. Non solo: dobbiamo tenere in considerazione che stiamo parlando di un luogo dove le norme igienico sanitarie sono quasi nulle.

Al momento non esiste un vaccino vero e proprio: chi viene contagiato viene curato con antibiotici, e tenuto costantemente idratato. In questo modo,le difese dell’indivuo colpito vengono costantemente rinforzate.

 

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