Ultimamente ha preso quota l’idea che tutti i problemi delle economie nazionali possano risolversi con mosse di politica monteria, di politica anticiclica e di politica macroeconomica. Eppure, secondo quanto commentato da un altro funzionario della Federal Reserve, non tutti i problemi possono pensare di risolversi tramite semplici movimenti della mano pubblica: una politica monteria molto espansiva pensata per risolvere questo o quel problema, tanto per intenderci, non può affatto considerarsi valida tanto meno pensare di ergersi a tabù. Secondo il presidente della Fed di Cleveland, Loretta Mester, sarebbe preferibile optare per “utilizzare degli strumenti macroprudenziali come prima linea di difesa, in quanto possono essere più mirati ai mercati e alle istituzioni in cui i rischi stanno emergendo”.
I timori della Mester (ma non solo) è che i tassi ormai prossimi allo zero che la Fed ha messo in campo già da dicembre 2008 possano non rivelarsi efficaci per risolvere i problemi per i quali sono stati pensati, e che anzi, siano la porta di accesso per l’insorgere di nuove bolle speculative. La sua opinione, ovvero quella che vede nelle manovre ribassiste dei tassi una sola linea di difesa e non uno “strumento di attacco” è peraltro comune a molti dei suoi colleghi. L’opinione che sta prendendo piede potrebbe quindi indurre la Fed ad incrementare i tassi nel breve termine e a cercare di discostarsi il più possibile dalle pressioni politiche che come noto mirano sempre ad influenzarne le decisioni o in un senso o nell’altro.
Politica monteria espansiva: funzionamento e controversie
Ma vediamo un po’ più nel dettaglio come funziona la politica monetaria espansiva rapportandola su scala europea. Quando si avvia una politica di questo genere, la banca centrale non fa altro che diminuire il tasso di interesse sui prestiti alle banche commerciali (proprio come abbiamo dedotto dalla dichiarazione della Mester) in maniera tale che per loro sia più conveniente raccogliere liquidità. Le banche commerciali, pertanto, prendono denaro dalla Bce e lo iniettano nel sistema economico del loro Paese di riferimento diminuendo il tasso di interesse a famiglie e imprese che dovessero far richiesta di un prestito (e lo diminuiscono proprio per il fatto che anche per loro stesse, acquistare quel denaro, è stato assai competitivo grazie ai tassi prossimi allo zero).
Tuttavia questo sistema non è affatto esente da rischi e soprattutto non può essere applicato in egual misura dalla Bce, dalla Fed, dalla Bank of England e dalla Bank of Japan perchè i sistemi economico-finanziari di queste realtà sono spesso assai diversi tra loro. Oltretutto aumentare a dismisura la moneta in circolazione non fa che porre in essere un problema a dir poco controverso: quando in un sistema economico c’è maggiore moneta in circolazione i prezzi dei beni e dei servizi non fanno che aumentare di conseguenza, e lo fanno proprio perchè nel sistema economico circola la voce che con più moneta in circolo le famiglie abbiano maggiori possibilità di spesa. Più moneta è perciò sinonimo di inflazione in crescita e, tanto per cambiare, dell’insorgere di quella che a tutti gli effetti è una tassa. La più subdola, se vogliamo, poiché quella che più di altre pesa su fasce di reddito medio-basse.
Politiche monetarie: come guadagnarci con le Opzioni
In ogni caso chi investe con le opzioni binarie o ha a che fare più in generale con il mercato del forex, può comunque trarre profitto da decisioni di questo genere prese a livello sovranazionale: seguire scrupolosamente l’evolversi della situazione macroeconomica e prendere determinate decisioni di investimento in relazione a quanto deciso dalla Bce o dalla Fed di turno è, in sostanza, una delle strategie migliori che possano esser prese in considerazione per guadagnare con le opzioni. Per maggiori informazioni su questo nodo cruciale è possibile fare riferimento al collegamento che segue: http://www.leopzionibinarie.it/strategie-opzioni-binarie/.